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I Preziosi consigli su come affrontare questi difficili giorni di quarantena della Dott.Elisa Caponetti Psicologa e psicoterapeuta.

10:37

Una mia bella intervista, ricca di consigli🌹alla Dott. Elisa Caponetti, psicologa e psicoterapeuta per farle alcune domande su come affrontare questi difficili giorni di quarantena.

Il parere e i consigli di un’esperta possono, aiutarci a vivere e a superare meglio questo momento di isolamento senza cadere nello sconforto. 

Fate tesoro delle sue preziose parole.


L’emergenza Coronavirus ha cambiato i ritmi della nostra vita: come possiamo riorganizzare le nostre giornate senza essere vittime di dipendenze?

 

Innanzitutto, al fine di non cadere in facili generalizzazioni, è necessario premettere che esistono diverse tipologie di dipendenze e che le cause dell’insorgenza non sono mai univoche. Come spesso avviene anche per altri disturbi psicopatologici, è importante analizzare il singolo caso, valutando comunque che esistono alcuni fattori di rischio che possono contribuire e aumentare l’instaurarsi di una dipendenza. E’ necessario inoltre ribadire che le cause sono diverse e complesse.

Premesso ciò, è innegabile che l’emergenza Coronavirus ha stravolto in maniera drastica e immediata le abitudini di tutti noi. Pur essendo passate soltanto poche settimane, già si iniziano a vedere i suoi effetti negativi nell’attivazione di diversi disturbi, e molti equilibri sono diventati a rischio, questo in quanto l’isolamento a cui siamo sottoposti, può accrescere il nostro malessere generando ansia, attacchi di panico e stati depressivi.

Sicuramente tra le tante dipendenze esistenti, quelle a cui siamo più a rischio in questo periodo sono l’addiction alimentare ma anche l’abuso di alcool e la dipendenza da pc, smartphone e strumenti tecnologici. È vero però che in un momento in cui ci sentiamo privati di tutto, un modo per restare connessi è proprio grazie ai nostri inseparabili apparecchi tecnologici per cui in questo momento rappresentano anche la nostra salvezza ed è normale che ci troviamo a trascorre un tempo estremamente maggiore di quanto facciamo solitamente. Per cui è rilevante tenere a mente tutto ciò e avere consapevolezza che abbiamo maggiore necessità di utilizzarli. Possiamo però alternarne l’uso facendo anche altre attività.

Un fenomeno che invece si sta diffondendo moltissimo e che quasi tutti noi abbiamo osservato, riguarda un cambiamento nel nostro comune modo di alimentarci. È più facile in questo contesto, in cui ci troviamo chiusi nelle nostre case, che possa alterarsi l’uso del cibo. Per capire quanto siamo centrati su questo, basti pensare alle tantissime vignette che stanno circolando via chat o messenger: nutrirci sembra essere diventata una vera ossessione! Assume allora estrema importanza ridurre i momenti di noia e passività perché questa può indurci abitudini alimentari errate.

Teniamo però a mente che ingerire cibo rappresenta anche un modo per nutrirci metaforicamente di altro. Nel momento in cui ci mangiamo una fetta di crostata, un biscotto o assaltiamo il frigorifero, in realtà stiamo colmando un altro vuoto e stiamo cercando un altro tipo di nutrimento. Il restare isolati a casa alimenta le assenze. Diventa allora importante coltivare comunque i rapporti con i propri familiari lontani da noi, con i nostri amici, con i nostri colleghi. Ci è d’aiuto anche cercare di rispettare gli orari che normalmente avevamo nell’organizzazione del nostro quotidiano; tentare comunque di programmare la nostra giornata inserendo attività diverse; mantenere attiva sia la mente che il fisico; approfittare di questo tempo che solitamente non abbiamo, per realizzare tutto ciò che nella vita normale presi in una sorta di centrifuga non si ha modo e spazio di portare a termine. Godersi anche i momenti di relax per poter leggere un libro o vedere un film, o coltivare le tante e diverse passioni che ognuno di noi può avere.

Ed aggiungo che, in questo momento può ovviamente capitare di venire assaliti da pensieri od emozioni negative, teniamo però a mente che questi si auto rinforzano. Più resto su un pensiero ansioso, più la mia ansia si alimenterà fino ad arrivare a sentire di non poterla più controllare. Ma fortunatamente vale anche per i pensieri belli e positivi.  


Quali sono i segnali che ci permettono di riconoscere una dinamica di dipendenza? 

È possibile uscirne in tempo?


Per poter capire se siamo di fronte ad un problema di questo tipo, è importante tenere a mente come si evidenzia una dipendenza. Esistono dipendenze da sostanza e dipendenze comportamentali. Entrambe sono caratterizzate dalla compulsività, ovvero da un’esigenza incontrollabile. Ciò che cambia è l’oggetto dell’addiction.

Tipico della dipendenza, di qualunque natura essa sia, è la necessità di mettere in atto comportamenti incontrollati. L’agire del soggetto diventa esclusivamente funzionale alla necessità di dover assumere una sostanza (alcool o droga) o svolgere quella determinata attività per lui piacevole (collegarsi a internet, assumere cibo, ecc.) che nasce da un’esigenza irrefrenabile. Un campanello d’allarme importante è vedere il tempo trascorso nel raggiungere il proprio soddisfacimento attraverso la sostanza o il comportamento dipendente, ovvero quanto questo toglierà spazio ad altro divenendo invadente e prioritario. Si tenga presente inoltre che il comportamento patologico si verificherà nonostante gli effetti negativi prodotti nel corso del tempo nella vita della persona.

Esistono inoltre diversi livelli di gravità, una dipendenza può essere lieve, moderata o grave. E’ importante per questo motivo coglierne il grado di pervasività.

Il primo passo per uscirne è riconoscere di avere una dipendenza. È necessaria quindi l’acquisizione della consapevolezza e questo è il passaggio a volte più difficile. Spesso le persone non ammettono di avere un problema e sottovalutano le conseguenze negative. Chi è dipendente tende ad essere convinto di poter interrompere quando vuole.

Poter intervenire precocemente, facilita la possibilità di uscirne prima che la dipendenza diventi grave.


Quanto la presenza costante del partner può incidere positivamente o negativamente nel creare tali dipendenze?


In un contesto in cui siamo obbligati a convivere costantemente con il partner, senza avere possibilità di uscire e di mantenere la nostra abituale routine, certamente la sua presenza costante può incidere e anche tanto sia in termini positivi che negativi. Ovviamente l’esito dipenderà dalla complicità esistente all’interno della coppia e dal suo funzionamento, oltreché dalle precedenti abitudini di viversi gli spazi insieme.

Si pensi per esempio all’effetto che la convivenza forzata e costante produce nelle coppie conflittuali e poco abituate a trascorrere del tempo insieme. E’ chiaro che in queste situazioni, si possono con maggior facilità alterare gli equilibri e favorire eventuali agiti disfunzionali e patologici e ciò avviene in tutte le situazioni in cui la coppia non è ben solida, collaudata e  abituata ad avere uno scambio ed un confronto costante.

Il proprio partner può essere però anche un attento osservatore delle nostre condotte. È quindi il primo in grado di cogliere eventuali modificazioni dei nostri comportamenti usuali. Del resto chi ci conosce meglio di lui? In alcuni casi, può quindi rappresentare un valido aiuto nell’aiutare a far emergere un problema di dipendenza precedentemente sommerso.


Oggi si parla di infodemia, causata da una massiccia informazione non sempre corretta che genera ansia e confusione: quali consigli per gestire tali stati d’animo?


Da giorni e giorni siamo continuamente bombardati di informazioni sul coronavirus. Circolano costantemente notizie in quantità eccessiva, spesso contrastanti, insieme a tante fake news. Le persone, senza effettuare alcuna verifica, non fanno altro che condividere attraverso ogni mezzo a loro disposizione (cellulare, internet, social) i dati che ricevono. Si va alla ricerca compulsiva dell’ultimo comunicato o dell’ultimo aggiornamento. Tutto ciò può contribuire a destabilizzarci ed arrecare confusione, non capendo più cosa è vero e cosa non lo è. In questo modo diventa difficile orientarsi e comprendere lo stato reale della situazione e spesso ci destabilizza. In questi casi, è sempre consigliabile fare una verifica di quelle che sono le informazioni corrette. È anche utile non restare concentrati ossessivamente in ogni minuto del nostro quotidiano sulla necessità di aggiornarsi continuamente. Quanti sono oggi i contagiati? Quanti i morti? Tutto ciò non soltanto non ci è di aiuto, ma contribuisce attivamente ad alimentare la nostra ansia e le nostre incertezze così da restare pervasi dalla paura. Scegliamo invece di essere noi i regolatori delle nostre emozioni. Manteniamo noi stessi un controllo senza lasciare che la nostra mente venga continuamente assorbita da tutto ciò, senza il minimo filtro. Diamo spazio nel nostro quotidiano anche ad altro e soprattutto decidiamo noi quando ci sentiamo pronti e vogliamo ricevere gli aggiornamenti mantenendo un controllo attivo sulla nostra vita e non restando soltanto spettatore passivo. E ricordiamoci che l’essere reattivi ci è di aiuto a mantenere lontano il disagio e gli stati d’animo ansiosi e depressivi.


Questo periodo di isolamento porterà dei cambiamenti in futuro nelle relazioni interpersonali?


Il prendersi del tempo per sé stessi aiuta a riflettere e ad aumentare le proprie consapevolezze. La nostra vita fino a qualche settimana fa era completamente diversa, scandita da ritmi intensi e pochissime pause, sempre presi a correre dietro un impegno. Siamo stati costretti improvvisamente a vivere ad un ritmo più lento al quale non eravamo abituati e a mettere distanze fisiche tra le persone. Si stanno però anche riscoprendo i legami dando il giusto valore a quelli importanti.

A volte le persone, per poter apprezzare ciò che hanno, necessitano di sperimentarne la privazione. Tutto questo genera un po’ di tristezza e deve farci riflettere sulla necessità, anche in condizioni di normalità, di saper riconoscere ciò che abbiamo.


Cara Dottoressa la ringrazio per i suoi preziosi consigli e il tempo dedicato a tutti noi.


      Anna Silvia Angelini
https://drive.google.com/uc?export=view&id=1kURTnZhymHqMxKVL-6Eix5CTPV9HnOGV
Dott.ssa Elisa Caponetti

Laureata in Psicologia indirizzo dello Sviluppo e dell’Educazione con il massimo dei voti. Specializzata in Psicoterapia Familiare e Sistemico Relazionale. Da sempre appassionata alla Psicologia Giuridica e Forense, per questo ha arricchito la sua formazione con studi giuridici e criminologici, coltivando una formazione integrata su più livelli e dando ampissimo spazio alla sua preparazione e maturazione professionale.

Tantissimi sono gli studi specialistici, i corsi di formazione effettuati e i master, consapevole che per poter garantire un livello di professionalità elevata, è estremamente importante l’aggiornamento e la formazione costante. La solidità del sapere e della conoscenza sono elementi imprescindibili.

Svolge l’attività di Consulente Tecnico d’Ufficio e Perito del Tribunale.

E’ Consulente Tecnico di Parte nei procedimenti Civili, Penali e Minorili.  

Pratica attività privata di Psicoterapia rivolta a minori, adulti, coppie e famiglie.

Esperta nelle dipendenze.

Ha sviluppato competenze nell’ambito formativo e nella gestione d’aula.

Ha realizzato e condotto numerosi seminari, workshop e percorsi formativi. Svolge attività di Supervisione e consulenza in ambito clinico e forense.

E’ socio fondatore e Membro del Consiglio Direttivo AICPF - Associazione Italiana Consulenti Psico-Forensi.

Nel corso della mia carriera ha svolto diversi incarichi Istituzionali.

Collabora insieme a valentissimi Colleghi e Colleghe alle attività dell’Osservatorio di Psicologia Giuridica e Forense del Laboratorio di Psicologia Sperimentale Applicata presso l’Università La Sapienza.

Ha collaborato con la Polizia di Stato.

Ha effettuato interventi volti alla tutela, cura e riabilitazione psichica dei minori vittime di maltrattamenti ed abusi.

Dal 2014 al 2018 è stata Coordinatrice del Gruppo di Lavoro Forense presso l’Ordine degli Psicologi del Lazio.

L’impegno costante nel percorso lavorativo ha permesso di sviluppare e incentivare competenze specialistiche di elevato e rigoroso profilo scientifico.

Ha sempre creduto nell’arricchimento dato dal lavorare in rete, per tale motivo ha sempre incentivato i rapporti con i Colleghi, diventando un importante punto di riferimento.

Cerca costantemente di tutelare e promuovere la professione dello Psicologo, salvaguardandone la specificità e la qualità della carriera.

Contribuisce dinamicamente al dibattito scientifico italiano sui diversi temi della psicologia, sia attraverso pubblicazioni che organizzando convegni e giornate di studio, cercando di promuovere e diffondere una maggiore cultura della nostra professione, convinta della necessità di un confronto tra Colleghi e consapevole del valore aggiunto che da ciò ne consegue.

Da anni è ospite dei più importanti programmi su tv nazionali (Rai1, Rai2, Canale 5, La7) e radio. Interviste su quotidiani e settimanali nazionali.

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