Report centro d’ascolto “Uscita di Sicurezza” 2023

15:28

Report centro d’ascolto “Uscita di sicurezza” 2023




Nel progetto “Uscita di sicurezza” sono state accolte complessivamente, da gennaio 2023 a novembre, 22 donne: tutte di origine italiana (ceto, medio alto) del territorio, Anzio, Nettuno, Ardea, Aprilia, Roma.

Di queste, 22, hanno ricevuto una prima accoglienza nel corso del 2023, 15 sono state inviate alla consulenza legale e 17 a percorsi con psicoterapeuta o counselour.

I colloqui telefonici sono stati 77 e 225 i contatti telefonici, 15 colloqui telefonici da altre regioni che grazie alla rete abbiamo girato ai C.A.V. di competenza.

115 persone che si sono rivolte al progetto per colloqui informativi e altre forme di supporto.


Non bisogna mai sottovalutare la violenza perdonandola, l’escalation del conflitto è pericolosissimo e può avere esiti tragici.

È sempre difficile e complicato, ma Veronica, Cristina, Laura e Luana hanno trovato il coraggio di chiedere aiuto a “Uscita di Sicurezza”.


Il 2023 un anno difficile per la libertà delle donne e per le contraddizioni che ancora accompagnano il tema della violenza di genere.

Punire è importante e bisogna farlo in tempi rapidi. Ma la cosa più importante è prevenire, monitorare l’evoluzione del fenomeno, supportare le donne e i loro figli resi vittime e costruire stabili percorsi autonomi di uscita dalla violenza.

Continuiamo ad avere un sistema insufficiente con gravi mancanze. Una giustizia dai tempi lunghi di attesa che - temo- anche il codice rosso faticherà a risolvere, vista la difficolta strutturale dell’organizzazione del sistema giudiziario italiano; ma soprattutto una gran confusione negli interventi, là dove sarebbe indispensabile adottare una attenzione che non si limiti alla soluzione in emergenza di «codici rossi» bensì realizzi una struttura capace d’intervento in tempi brevi, al bisogno di autonomia delle donne che decidono uscire dalla violenza.

Un secondo piano è il rischio di un arretramento anche della cultura giuridica che sembrava in movimento.

Dietro alle sentenze e procedimenti non è ancora matura una cultura di genere, le parole pronunciate nei tribunali sono ancora dense di ombre, piene di pregiudizi e stereotipi sui ruoli di genere.

Casa e lavoro sono le strade maestre per recuperare quell’autonomia che la violenza ha sottratto alle donne.

Speriamo che crescano collaborazioni e alleanze, come un volontariato (preparato) sempre più motivato. Al pari di un costante impegno di formazione e di studio che continuerà a coinvolgere operatrici e direttivo.

Le donne chiedono il massimo impegno e lo devono avere come parziale riconoscimento delle iniquità e delle ingiustizie subite.

Ricapitolando, il 2023 è stato un anno difficile, nella difficoltà abbiamo provato anche sconforto, ma mai la tentazione di abbandonare.

Sempre dalla parte delle Donne e Bambini.


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