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#IOSTOCONANNACAPPONI

Nettuno 1 settembre 2018 Anna Silvia Angelini.


Anna Silvia Angelini presidente di A.I.D.E. Nettuno (Associazione Indipendente Donne Europee) si schiera al fianco di Anna Capponi l’agente della Polizia locale di Teramo che dopo il provvedimento del 2013, di licenziamento per le stesse ragioni, ora è destinataria di analogo provvedimento. 
Le molestie sul posto di lavoro sono comportamenti che ledono la dignità, la libertà ed il decoro della persona. 
Anche le recenti Direttive europee in materia di divieti di discriminazione ne hanno sottolineato la gravità e la natura spesso discriminatoria specialmente quando vanno a ledere la dignità di una lavoratrice cosi come  è successo ad Anna Capponi agente della Polizia locale di Teramo, creando intorno a lei un clima intimidatorio, ostile, umiliante, degradante ed offensivo. 
Nello specifico denunciò molestie sul posto di lavoro e dopo una serie di vicissitudini si trasformò da accusatrice ad accusata. L’agente era stata reintegrata nel novembre del 2014 con ordinanza del giudice del lavoro Dott. Pietropaolo, e, con sentenza n. 473/2018 del  04/06/18 del giudice del lavoro Dr. Giuseppe Marchegiani veniva  deciso  “di accogliere l’opposizione confermando la condanna del Comune di Teramo alla reintegrazione della lavoratrice nel posto di lavoro precedentemente occupato oltre al risarcimento del danno subito a causa del licenziamento, come liquidato nell'ordinanza opposta“. 
Nonostante le diffide inoltrate ad utilizzare l’agente in conformità alle mansioni di contratto e le richieste di conciliazione dinanzi all'Ispettorato del Lavoro, il Comune di Teramo non solo non ha conciliato ma, ha continuato a discriminare la lavoratrice tanto  che, nel novembre 2017, ha chiesto l’intervento della Consigliera di Parità della Provincia di Teramo Monica Brandiferri, con la quale il sindacato ha lavorato in sinergia proponendo delle richieste conciliative sia per avere riassegnate le mansioni precedentemente occupate che per ripristinare il benessere organizzativo tutelato dal D. Lgs. n.81\2008. 
Questioni che ad oggi rimangono aperte.
Le discriminazioni sul posto di lavoro nei confronti delle donne sono purtroppo ancora una realtà.
Nonostante dovrebbe esserci la parità dei sessi, il luogo di lavoro per una donna può ancora nascondere difficoltà, discriminazioni e situazioni in cui, per ottenere gli stessi privilegi riservati a un uomo, è costretta a impegnarsi il doppio. 
È una realtà deprimente sotto molti punti di vista, arretrata e in contrapposizione al progresso. Sembra proprio che la società non possa fare a meno di relegare la figura femminile al ruolo di madre e moglie e che non riesca a considerarla capace di assolvere alle medesime funzioni maschili. 
Il sessismo però può raggiungere picchi ancora più alti e creare situazioni imbarazzanti, complicate da gestire. 
Dalla storia di Anna Capponi è evidente come l’ambiente lavorativo sia ancora sede di negatività e assenza di rispetto e di una visione della donna retrograda.
C’è ancora molta strada da fare, molto ancora per cui lottare allo scopo di cambiare certe mentalità e certe barriere.




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