Siamo sicuri che il Delitto d’onore sia stato debellato?

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 Visti gli accanimenti perpetrati verso le donne siamo sicuri che il Delitto d'onore sia stato debellato?

35 anni fa l’abrogazione, il 5 settembre 1981, io sono più che convinta che il femminicidio sia un susseguirsi di ciò.

L’articolo 587 del Codice penale (approvato nell’ottobre 1930 su proposta del ministro della Giustizia, Alfredo Rocco) è stato abrogato appena 35 anni fa (5 settembre 1981).

Il testo recitava: «Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata all'onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella».  Si aveva una riduzione  della pena se l’omicidio della moglie (o del marito, nel caso ad esser tradita fosse stata la donna), della figlia o della sorella era diretto a difendere «l'onor suo o della famiglia».

L’applicazione dell’attenuante supponeva un presunto stato d’ira scatenato dalla scoperta di un tradimento da parte di una delle donne della famiglia; si dava per scontato quindi, che il tradimento della donna (nella casistica giudiziaria era in schiacciante maggioranza poiché il delitto d’onore era prevalentemente perpetrato dagli uomini) costituisse offesa all'onore: ovvero in una società maschilista da un lato minava la saldezza dell’istituto familiare (colpendo la dignità del capofamiglia), dall’altro depotenziava la virilità dell’uomo.

Naturalmente anche l'altro protagonista dell’illegittima relazione poteva essere ucciso godendo di un’identica attenuante. Come potrete notare qui l’amore non c’entra proprio niente. Si tratta di un’estensione del tabù sessuale che ricade unicamente sulle spalle della donna.

Insomma, le corna in Italia hanno una lunga storia di giustificazione della violenza, una legittimazione ampiamente consolidata nei costumi sociali al punto da essere già contemplata nel codice penale del ministro Zanardelli (in vigore dal 1890 al 1930) convinto assertore che «le leggi devono essere scritte in modo che anche gli uomini di scarsa cultura possano intenderne il significato; e ciò deve dirsi specialmente di un codice penale, il quale concerne un grandissimo numero di cittadini anche nelle classi popolari, ai quali deve essere dato modo di sapere, senza bisogno d'interpreti, ciò che dal codice è vietato».

Le corna, per lungo tempo, sono state lo strumento per giustificare faide e vendette.

Il tradimento della donna e le corna dell’uomo sono, però, anche materia risibile proprio perché amara. 

(1961-1976) è all’interno di quegli anni in cui si sviluppa il processo di modernizzazione dei costumi nazionali; anni in cui il paese si trasforma da nazione rurale in potenza industriale, in cui i giovani si ribellano al conformismo  liberando le donne da molti tabù sessuali; anni i cui si approva il divorzio e si riforma il diritto di famiglia; anni in cui la volenza non è più frutto dell’arretratezza economica ma un fattore ideologico antisistemico. Un’onda che non può essere frenata e che al sorgere degli anni Ottanta avrà completamente mutato il volto dell’Italia. Così nel 1981, dopo il referendum sull’aborto, il Parlamento sentirà finalmente l’esigenza di abrogare la «rilevanza penale della causa d’onore» come una disposizione retriva e umiliante in stridente contraddizione con i diritti civili conquistati negli anni Settanta.

Oggi il delitto d’onore non esiste più, eppure permangono conseguenze di lungo periodo in una società che continua ad essere maschio-centrica. Non ci sono più attenuanti per gli uomini che uccidono le proprie donne e soprattutto è venuta meno la “giustificazione” dell’onore. Del resto nulla di onorevole vi può essere nell’omicidio di una persona. Eppure il dominio maschile, attraverso lo strumento delle violenza, continua ad essere una delle costanti all’interno dei rapporti di coppia. Lo chiamiamo femminicidio ma si tratta piuttosto della sconfitta di una socialità bloccata intorno all’uomo che vuole mantenere il controllo in un mondo completamente cambiato. Ancora una volta l’amore non ha nulla a che vedere con questa nuova forma di violenza sulle donne, ma almeno nessun giudice potrà mai più tirare in ballo la salvaguardia de «l'onor suo o della famiglia».

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